[CANNABIS] Il nuovo Governo cerca di fermare il mercato della light
In data 13 ottobre è stato presentato da Maurizio Gasparri un DDL (n. 168) per modificare la legge 242 del 2016, ovvero quella legge che ha permesso l’avvio del mercato della cosiddetta “cannabis light” e di tutti i suoi derivati.
La proposta vorrebbe vietare qualsiasi impiego di infiorescenze e derivati per uso ricreativo, anche se non è ancora possibile leggerne il testo completo.
Il nuovo governo di destra (ed estrema destra) tenta di mettere a rischio il futuro di un settore che conta ormai migliaia di imprese e decine di migliaia di lavoratori. Questo settore, in contrasto con qualsiasi tendenza, sta riportando molto giovani nel settore primario e risollevando così l’economia di un settore duramente segnato dalla crisi. Ma non solo, la nascita di negozi e aziende di canapa in tutta Italia sta contrastando il business illegale e sta educando le persone ad avere meno pregiudizio nei confronti di questa pianta.
Purtroppo però, anche se legale, questo settore non è ancora regolamentato in maniera ottimale: sia i coltivatori che i venditori sono spesso soggetti a sequestri e fermi amministrativi preventivi, con conseguenti gravi perdite economiche che portano purtroppo al fallimento delle aziende più piccole, nonostante non commettano nessun illecito.
Da tempo viene richiesto un intervento sulla legge 242/2016, così da ottenere una regolamentazione seria e completa che incentivi il settore piuttosto che reprimerlo. Ebbene, l’intervento è arrivato, ma in direzione contraria!
Il settore della cannabis light è quindi a rischio?
L’intento sicuramente di Gasparri&Co è questo, ma i rischi concreti che questa proposta possa intaccare la filiera della canapa sono bassi.
Come riporta la descrizione del disegno di legge, la modifica punta a vietare l’uso ricreativo che però non è mai stato accettato. Attualmente le infiorescenze vengono vendute per uso tecnico e da collezione, specificando che non sono destinate al consumo umano. Inoltre questa modifica dovrà essere giustificata in qualche modo, cosa difficile in quanto è stato ribadito più volte, anche dalla cassazione, che un livello di THC (principio attivo psicoattivo contenuto nelle infiorescenze di canapa) inferiore all’ 0.6%, così come previsto dalle attuali leggi, non ha nessun effetto drogante.
Attacchi di questo tipo però devono far comprendere quanto l’unione del settore e di tutti gli interessati alla filiera sia essenziale, al fine sia di difendersi da attacchi di questo tipo, sia per proporre ed ottenere maggiori garanzie e sicurezze legali per le proprie condotte. Anche per questo ricordiamo il nostro sostegno alla proposta di legge del Manifesto Collettivo e al Fronte Verde per la legalizzazione.
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